L’arrivo della legge dedicata all’intelligenza artificiale (IA) e ai fenomeni collegati dei deep fake segna un passaggio importante per l’Italia. Dal 10 ottobre 2025 la legge 132/2025 è in vigore, introducendo una cornice normativa per l’uso dell’IA in ambito civile, penale e amministrativo.
Per chi opera nei settori del marketing, della gestione di siti web e della digital compliance, è importante comprendere i principi, le applicazioni pratiche e la governance della norma italiana per orientarsi in un contesto dove IA, deep fake, normativa IA e normativa deep fake diventano parole-chiave.
Principi della legge 132/2025: verso un uso etico dell’Intelligenza Artificiale
La Legge 132/2025 stabilisce innanzitutto i principi basilari che devono guidare lo sviluppo e l’adozione di sistemi di IA. In particolare, il legislatore italiano richiama valori come la trasparenza, la proporzionalità, la sicurezza, la responsabilità, la non-discriminazione e il rispetto dei diritti fondamentali.
Si punta a un modello di intelligenza artificiale antropocentrico, ossia che ponga l’essere umano al centro e che non deleghi completamente a macchine le decisioni critiche.
La norma italiana stabilisce inoltre che nei settori come la sanità, il lavoro, la pubblica amministrazione e le professioni intellettuali, l’IA non possa sostituire la decisione umana e debba essere usata in modo informato e consapevole.
Per chi realizza contenuti digitali o gestisce siti web e campagne di marketing, questi principi implicano che l’uso dell’IA (e la gestione dei deep fake) deve essere accompagnato da documentazione, chiarezza verso gli utenti e processi interni revisionabili.
Applicazioni e impatti della normativa sull'IA e sul fenomeno dei deep fake
Una delle novità più rilevanti della legge italiana è l’introduzione di un nuovo reato per la diffusione illecita di contenuti generati o modificati tramite IA, ossia i deep fake.
L’articolo 612-quater del codice penale punisce chi, senza consenso, cede, pubblica o diffonde immagini, video o voci alterati con sistemi di IA e idonei a ingannare sulla loro genuinità, con pene da 1 a 5 anni di reclusione.
Nel contempo, la legge prevede un’aggravante comune nei reati commessi “mediante sistemi di intelligenza artificiale” (art. 61 c.p., n. 11-decies) e un inasprimento delle sanzioni in ambiti speciali (es. diritto d’autore, manipolazione del mercato) quando viene usata l’IA.
Dal punto di vista operativo, imprese e siti web devono valutare se i sistemi di IA impiegati (es. analisi predittiva, generazione di contenuti, riconoscimento immagini) rispettino i requisiti normativi: trasparenza, documentazione, tracciabilità.
In ambito marketing e gestione di piattaforme, questo significa che l’uso di deep fake (anche a scopo creativo o pubblicitario) richiede una valutazione del consenso, dell’informativa agli utenti e della sicurezza dei dati trattati.
Governance, responsabilità e adempimenti per siti e imprese
La legge 132/2025 non si limita a enunciare principi generali, ma prevede governance e adempimenti per le imprese che utilizzano sistemi di IA. Tramite delega al Governo italiano, sono attesi decreti attuativi che dettaglieranno criteri di responsabilità penale e amministrativa delle persone fisiche e degli enti.
In particolare, la norma impone che le principali decisioni di natura automatica non si svolgano senza la supervisione umana e che nei casi rilevanti (ad esempio salute, lavoro, contenuti generati) vi sia trasparenza verso l’interessato.
Gli operatori digitali, editori e gestori di piattaforme, quindi, dovranno predisporre policy interne per l’uso dell’IA (inclusi modelli di deep fake) che includano valutazione del rischio, documentazione dei processi, responsabilità interna e audit periodici.
Infine, per la “governance” della normativa IA è previsto un ruolo attivo dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) italiana, che promuoverà iniziative di formazione, monitoraggio e segnalazione dei rischi legati all’IA e deep fake.
Per chi gestisce un sito web o un’agenzia di marketing, questo significa predisporre modelli di compliance che coprano sia le tecnologie IA usate, sia la prevenzione dell’uso illecito di deep fake.
Prossimi passi per gli operatori digitali
In sintesi, la legge italiana sull’IA e sui deep fake rappresenta una tappa importante per chi opera nel mondo digitale, marketing e gestione siti web.
Con l’introduzione di principi forti (trasparenza, responsabilità, tutela dei diritti), l’applicazione concreta in ambiti critici (sanità, lavoro, contenuti) e la governance in evoluzione (responsabilità, audit, interventi dell’ACN), il quadro normativo si amplia significativamente.
È fondamentale che professionisti e imprese colgano questa opportunità: non solo per adeguarsi, ma per trasformare l’IA e la gestione dei contenuti generati (inclusi i deep fake) in un vantaggio competitivo, offrendo servizi più sicuri, etici e affidabili. In un contesto dove una legge sull’IA e sui deep fake si traduce in reali obblighi operativi, una strategia proattiva di conformità diventa elemento distintivo.
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